Un altro big del MoVimento 5 Stelle nazionale arriva a Trieste per lanciare la volata al candidato sindaco Paolo Menis: Alessandro Di Battista ha tenuto il suo comizio in piazza della Borsa davanti ad un migliaio di triestini. Molti gli applausi indirizzati alla coppia di esponenti del M5S, con Di Battista che ha più volte invitato i triestini a votare non per Paolo Menis ma per il suo programma, convinto che l’attuale consigliere comunale 5 Stelle, una volta eletto, farà sicuramente il bene della propria città poiché dopo i suoi due mandati, Menis rientrerà a tra i cittadini comuni.
Il candidato sindaco si è soffermato sui temi del reddito di cittadinanza che, secondo Menis, “serve soprattutto a salvaguardare la dignità dei lavoratori e il Comune di Trieste, in questo senso, dovrebbe dare l’esempio: non è possibile – ha detto dal palco – che ci siano appalti del Comune che hanno come effetto quello di dare 350 euro di stipendio per 6 ore di lavoro giornaliere”.
Tema affrontato anche quello della sicurezza: il candidato sindaco ha esortato a valutare sempre in maniera critica tutte le proposte su questa tematica che arrivano dalle varie forze politiche e il continuo rimpallo di responsabilità, facendo notare che in realtà, negli anni, sia il centrodestra che il centrosinistra hanno tagliato le risorse su questa partita. In particolare, ha ricordato Menis, “il centrodestra che fa della sicurezza una delle sue bandiere, nel 2011, con il governo Berlusconi ha tagliato invece 2 miliardi e mezzo di euro”.
“La sicurezza – ha poi affermato Paolo Menis – si fa anche presidiando il territorio e sul territorio devono starci anche le piccole imprese e i commercianti: dal 2008 ad oggi sono stati chiusi 400 negozi a Trieste ed è ora di invertire la rotta e noi, nel nostro piccolo, stiamo cercando di fare qualcosa: grazie al taglio delle indennità dei portavoce regionali del M5S, sono stati risparmiati e recuperati 600 mila euro che sono andati a creare un fondo per le piccole e medie imprese. Questo fondo – ha concluso Menis – nel 2015 e nei primi mesi del 2016 ha aiutato 6 imprese triestine in difficoltà”.
Il Portavoce alla Camera ha, invece, più volte richiamato alla bellezza di Trieste e, in generale del nostro Paese, ricordando come l’Italia dovrebbe vivere di turismo, enogastronomia e delle proprie bellezze artistiche. In questo senso, Di Battista, si è detto impressionato dal fascino e delle dimensioni di Porto Vecchio, che ha definito una città nella città, che andrebbe sfruttata per creare economia per la città.
Il Deputato si è soffermato anche sul tema della Ferriera, che ha definito un caso di “ricatto occupazionale”: “o lavori così e rischi la salute, altrimenti rimani disoccupato”, ha detto, paragonando lo stabilimento siderurgico di Servola all’Ilva di Taranto, “ma noi non possiamo accettare questo ricatto”.
Non sono mancati affondi politici su temi nazionali: da banca Etruria a “Petroliopoli”. Anche la Presidente della regione Deborah Serracchiani è stata chiamata in causa dal parlamentare pentastellato per il suo “repentino cambio di idee sulle intercettazioni e sulle Trivelle”. Proprio sul tema delle Trivelle Di Battista ha detto “non si capisce come mai fino all’anno scorso la Serracchiani andasse a manifestare con i giovani del Pd in Puglia contro le trivellazioni e invece oggi, da vicesegretario del partito, chiede di non andare a votare al referendum che quelle perforazioni potrebbe bloccarle”. Entrambi gli esponenti del M5S, dal palco, hanno invitato i triestini a recarsi a votare il 17 aprile prossimo al refendum e a votare Sì, contro le trivellazioni in mare.