Come sempre prima delle elezioni, a Trieste i partiti e politici locali dimostrano tutto il loro “affetto” e “attenzione” nei confronti dei circa 11 mila italiani residenti tra Slovenia e Croazia e che – come prevede la legge – hanno il diritto di voto nella nostra città. A mio parere è un bene che i cosiddetti “rimasti”, possano esercitare spontaneamente – e sottolineo spontaneamente – il loro diritto al voto. E dico questo da figlio di esuli istriani!

Sono schifato, invece, che su queste persone il PD tenti di mettere il suo marchio, organizzando, insieme ad alcune comunità italiane locali, autobus per il viaggio fino a Trieste per la domenica del voto.

Nei giorni scorsi è apparso, infatti, sul quotidiano della minoranza italiana in Istria e Quarnero, La Voce del Popolo, uno spazio pubblicitario di propaganda elettorale, in cui l’attuale sindaco Roberto Cosolini, invitava al voto “gli italiani di Istria e di Fiume”, promuovendo il viaggio organizzato insieme alle Comunità degli italiani, organizzazioni che dovrebbero essere apartitiche e che, in parte, sono finanziate con soldi pubblici italiani. Questa pratica oramai è diventata prassi, tanto che nel 2011, l’allora segretario del PD Francesco Russo, aveva addirittura compreso nel pacchetto del viaggio anche un brindisi benaugurale, tanto per non farsi mancare nulla, mentre la Serracchiani si era spinta fino in Istria per la sua campagna elettorale.

Personalmente mi ricorda tanto quelle gite in cui, durante il viaggio, cercano di venderti le pentole: una vera e propria mercificazione del voto e della democrazia!